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Tumore polmone, l'immuno-chemio terapia migliora la sopravvivenza

Oncologia Redazione DottNet | 29/05/2020 15:27

Ogni giorno in Italia oltre 115 nuovi casi

Per i pazienti colpiti dalla forma più comune di tumore al polmone, quella non a piccole cellule, l'immunoterapia associata a cicli limitati di chemioterapia, cioè due invece dei classici 4-6, ha evidenziato un netto vantaggio in termini di sopravvivenza globale rispetto alla sola chemioterapia. Lo dimostra lo studio di fase 3 CheckMate-9LA, presentato al Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), in corso fino al 31 maggio in forma virtuale. Ogni giorno, in Italia, vengono diagnosticati più di 115 casi di tumore del polmone e, nel 2019, ne sono stati stimati 42.500

È una neoplasia "particolarmente difficile da trattare, perché circa il 70% dei casi è scoperto in fase avanzata - afferma Federico Cappuzzo, direttore Unità di Oncologia di Ravenna e del Dipartimento di Oncoematologia Ausl Romagna -. La duplice terapia immuno-oncologica, costituita da nivolumab più ipilimumab, in associazione con due cicli di chemioterapia, in prima linea nel tumore metastatico, ha ridotto il rischio di morte del 31% rispetto alla sola chemioterapia".  Inoltre, ad un follow-up prolungato (12,7 mesi), l'associazione ha continuato a mostrare un miglioramento duraturo della sopravvivenza globale rispetto alla sola chemioterapia, con una mediana di 15,6 mesi rispetto a 10,9 mesi. L'ulteriore "vantaggio di questo schema terapeutico è rappresentato dall'utilizzo di cicli limitati di chemioterapia - spiega Cappuzzo -. La chemioterapia fa ancora paura ai pazienti, anche se è più 'dolce' rispetto al passato e riusciamo a controllare meglio gli effetti collaterali. Normalmente i cicli vanno da 4 a 6, a cui segue la fase di mantenimento, che può avere una durata indeterminata. Nello studio, invece, ai pazienti sono stati somministrati solo due cicli di chemioterapia, che equivalgono a 21 giorni di trattamento.   Pertanto, il paziente in meno di un mese termina la chemioterapia e prosegue il trattamento con l'immunoterapia. Un passo in avanti importante, non solo dal punto di vista della tollerabilità ma anche dell'impatto psicologico della cura".

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Lo studio ha coinvolto più di 700 pazienti. L'associazione dei due immunoterapici e chemioterapia, inoltre, ha mostrato un tasso di sopravvivenza libera da progressione di malattia del 33% a un anno rispetto al 18% per la chemioterapia e un tasso di risposta globale (casi in cui si è avuta la scomparsa del tumore sommati a quelli in cui si è avuta una riduzione della massa tumorale) del 38% rispetto al 25% per la sola chemioterapia.   "Oggi in Italia vivono quasi 107.000 persone con pregressa diagnosi di tumore del polmone, dieci anni fa erano circa 82mila, l'incremento è stato del 30% - sottolinea Cappuzzo -. La speranza di vita si sta quindi allungando, grazie proprio alle terapie innovative". Resta la preoccupazione per il consistente aumento dei casi fra le donne, riconducibile alla diffusione dell'abitudine al fumo di sigaretta, sempre più 'rosa'. Il 30% delle nuove diagnosi in Italia, conclude l'oncologo, riguarda infatti le donne.

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